La vecchia ferrovia del Sulcis

Viadotti, foreste e vecchie stazioni

Siliqua – Sant’Antioco

82 km – 600 m disl+

 

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In Questo articolo (clicca sul titolo per visualizzarlo)
– la Storia 
– Il percorso
– consigli di viaggio
– la traccia gps

 


 

 

La Storia della Vecchia ferrovia del Sulcis

La vecchia ferrovia del Sulcis è ormai un appuntamento fisso di tutti i miei viaggi in Sardegna. Ed ogni volta è sempre una sorpresa nuova che a tutti gli effetti la rende il mio percorso del cuore.

Costruita alla fine del Primo Conflitto Mondiale dalle Ferrovie Meridionali Sarde, entra in servizio con una linea a scartamento ridotto nel 1924. Collegava Siliqua con Calasetta attraversando Santadi, Giba, San Giovanni Sergiu e Sant’Antioco.

Con la costruzione della diga di Bau Pressiu e dell’invaso artificiale di Monte Pranu, la ferrovia chiude a fine anni 60 nel tratto Siliqua-Narcao. Sostituita da una servizio autobus la Ferrovia sarà definitivamente dismessa a metà degli anni 70 dello scorso secolo.

 


 

Il Percorso

Il percorso parte da Siliqua. Da subito il vecchio tracciato della ferrovia è visibile. Ai piedi della collina, sulla cui sommità si ergono i resti del Castello di Acquafredda. Ci godiamo da subito una piccola pausa per ricordarci la macabra leggenda del Conte Ugolino della Gherardesca, a cui si deve la costruzione del castello.  Il percorso continua su uno sterrato non sempre semplice da pedalare. Spesso il fondo è ancora composto dall’originale pietrisco tipico della ferrovia,  a cui seguono brevissimi tratti asfaltati lungo la SS293.

Due gallerie ed un primo cavalcavia ci immergono ora nel capolavoro ingegneristico che fu questa ferrovia. Inerpicandosi sui pendii di Su Burdononi la ferrovia corre in un ambiente pressoché incontaminato. Stiamo pedalando all’interno del Parco Regionale di Gutturu Mannu, in un contesto naturale straordinario dove la macchia mediterranea fa da assoluta padrona. I viadotti sono l’unico segno di “civiltà” presente, per quanto si integrino straordinariamente bene nel contesto naturale che li circonda.

Un ultimo tratto in asfalto sulla statale ci conduce, nei pressi di Acquacadda, al tratto in assoluto più emozionante di questo percorso. Il viadotto sul Riu de Su Tronu, da tutti conosciuto però come viadotto del Riu de Fundus. Cinque imponenti arcate di 14m l’una e un’altezza di 30m nel punto più alto. Ha intimorito pure me durante l’attraversamento, reso più “frizzante” dalla totale mancanza di barriere protettive.

In campagna alla ricerca dell’originale percorso

Arrivati a Terrubia, la traccia della ferrovia scompare nei campi coltivati, trasformata nel migliore dei casi in strada di servizio. Qui i pochi tratti ancora riconoscibili presentano un fondo davvero difficile da pedalare per il sedime molto smosso.  Arriviamo a Santadi e l’occasione è buona per una piccola deviazione per visitare il complesso archeologico di Montessu a Villaperuccio. Un antichissima necropoli di più di 40 tombe risalenti a ben 5000 anni fa.

La vecchia ferrovia del Sulcis nel tratto da Santadi a Giba  si perde ancora tra strade e fondi privati. Fu soprattutto la costruzione della diga di Monte Pranu a comprometterne l’antico tracciato. Noi percorriamo le sponde del lago artificiale fino poco prima di Tratalias, nei pressi di uno stupefacente nuraghe. Il nuraghe Merruas, oggi in stato di totale abbandono, ma dalle dimensioni davvero impressionanti che nulla hanno da invidiare al più blasonato complesso di Barumini.

Lungo la pista ciclabile

Da qui il tracciato della vecchia ferrovia del Sulcis si trasforma in una comoda e ben definita pista ciclabile. Ma prima di percorrerla fino a Sant’Antioco vi consigliamo una piccola deviazione a Tratalias Vecchia. Antichissimo borgo abbandonato nel 1971 causa le infiltrazioni e i danni strutturali causati dalla costruzione del lago artificiale di Monte Pranu.

Attraversato San Giovanni Sergiu la ciclabile arriva a lambire le saline di Sant’Antioco. Le origini di questi stagni salini si perdono nella notte dei tempi. Impossibile non visitarle senza rimanere affascinati dal colore rosa dei suoi stagni, patria di migliaia di fenicotteri rosa e di moltissima fauna acquatica. L’arrivo a Sant’Antioco è suggellato dall’antico ponte di età romana che ci regala un gran bel benvenuto nell’Isola di Sant’Antioco.

Il nostro itinerario e la ciclabile terminano qui, anche se sarebbe possibile continuare a seguire il tracciato della della vecchia ferrovia del Sulcis sino al suo originario capolinea di Calasetta.


 

Consigli di viaggio

La vecchia ferrovia del Sulcis non è un percorso ciclabile ufficiale. Il tratto da Tratalias a Sant’Antioco è stato, sì, trasformato in una pista ciclabile. Ma la gran parte, quella più suggestiva tra Siliqua e Santadi, è un percorso off road spesso invaso dalla macchia mediterranea, con elevate difficoltà tecniche. Trincee franate, imponenti viadotti senza protezioni e spesso ancora un fondo composto dall’originale sedime ferroviario rendono questo parte di percorso adatta a soli ciclisti esperti.

Per conoscere al meglio la Vecchia ferrovia del Sulcis mi sono fatto guidare dagli Massimo Matta della Casa del Cicloturista di Santadi, guida Mtb e da Doriano Mucelli di On An Island, entrambi profondi conoscitori della ferrovia e di tutto il territorio Sulcitano.

Nel mio primo viaggio in Sardegna Massimo è stato fondamentale per riuscire a percorrere la Vecchia Ferrovia del Sulcis in totale sicurezza. Assieme a lui poi abbiamo ricercato i tratti ancora rimasti percorribili. Ne è uscito un itinerario davvero molto affascinante.

Per questo itinerario, vi consiglio caldamente di affidarvi a queste guide locali che ben conoscono questa vecchia ferrovia per goderne al meglio l’estrema bellezza.

 

La mia “prima volta” sulla Vecchia Ferrovia del Sulcis

 

scarica QUI la traccia del percorso

 

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