La Parenzana

Lungo la vecchia ferrovia Trieste – Parenzo

La Parenzana in bici tra Italia Slovenia e Croazia

km 240 disl+ 1600 m

 

 


In questo articolo:
(clicca sulla sezione)
– Storia della ferrovia Trieste Parenzo
–  Il percorso in bici della Parenzana
– Il rientro sulla costa istriana
– consigli di viaggio
– traccia gps scaricabile


La Storia della Parenzana

La vecchia Ferrovia Trieste Parenzo fu ufficialmente aperta nel 1902 nel tratto tra tra Trieste e Buje. Successivamente nel 1906 si aggiunse il tratto che arrivava fino a Parenzo.

Questa ferrovia a scartamento ridotto di tipo “bosniaco” (760mm) fu la prima costruita nel territorio istriano. Costruita in risposta alla necessità di collegare i territori della costa istriana con l’entroterra e nel tentativo di dare futuro a quelle terre rurali che vivevano in estrema povertà per la mancanza di collegamenti.

Osteggiata dal governo austroungarico fu alla fine costruita da una società per azioni costituita dalle realtà locali e denominata Localbahn Triest-Parenzo. A causa dell’orografia del territorio e degli elevati dislivelli la ferrovia ha richiesto diverse opere ingegneristiche che ne hanno fatto aumentare a dismisura i costi di costruzione prima e di gestione poi.

La Parenzana fino agli anni della sua dismissione (1935) è stata però occasione di scambi commerciali tra l’entroterra istriano e le zone più sviluppate della costa e occasione di sviluppo economico per queste terre legate ad un’economia di carattere rurale.

Lungo il tragitto 

Sono molti gli aneddoti che rendono unica la storia di questa ferrovia. L’arrivo del treno nelle stazioni di paese era la principale fonte di socializzazione per gli abitanti delle zone interne, Per questo fu utilizzata spesso come mezzo “postale” per chi  usava la cassetta postale sui vagoni per scambiarsi messaggi e comunicazioni private.

Inoltre l’estrema lentezza dei vagoni della Parenzana in salita la rendeva “preda” dei moltissimi viaggiatori a scrocco che potevano tranquillamente salire e scendere in corsa lungo il percorso della ferrovia. e anche preda degli scherzi dei bambini del posto che spalmavano fichi maturi sui binari costringendo i macchinisti a fermare il convoglio che scivolava sulle rotaie.

Durante la Prima Guerra Mondiale la Parenzana fu utilizzata prevalentemente a scopi bellici per trasporto truppe e materiali. E questo segnò l’inizio del declino di questa ferrovia. Da ricordare l’incidente che nel 1917 fece deragliare la linea nei pressi di Tribano, probabilmente a causa della manomissione dei binari da parte dei prigionieri di guerra che ne dovevano curare la manutenzione.

Nel 1935 per gli altissimi costi di gestione e per il nascente trasporto tramite bus su gomma, più rapido e  meno oneroso, la linea fu dismessa. Messi all’asta i beni,  le infrastrutture e vendute le motrici (alcune finirono sulla linea della Val Gardena e in Sicilia) la ferrovia cadde nel dimenticatoio.

Fino ai giorni d’oggi in cui la Parenzana si è trasformata in un percorso cicloturiostico di grande interesse a livello europeo. E la mia passione per le vecchie ferrovie non poteva che portarmi qui prima o poi.

 



 

Il percorso in bici lungo la Parenzana 

Giorno 1 Muggia – Grisignana
km 66 km   disl+ 500m

Il nostro percorso lungo la Parenzana parte da Muggia. Veloce controllo del gps, dell’assetto bikepacking e si parte. Da Muggia tra l’altro inizia il percorso ciclabile (evitando la zona industriale di Trieste molto poco attrattiva). Qui si può lasciare la macchina in un parcheggio gratuito e tranquillo. Questo viaggio lo condivido con mia nipote Ludovica, alla sua prima esperienza di viaggio in bici. Lei viaggia con la sua nuova gravel mentre io con la mia “tradizionale” Arancione.

Appena imboccato il percorso ciclabile attraversiamo il confine tra Italia e Slovenia e seguiamo questa bella ciclabile che in ambito urbano ci porta sul lungomare di Capodistria. Qui la ciclabile, attraversando Isola/Izola e le prime due galleria dell’ex ferrovia, ci conduce a Portorose. Da qui costeggiamo il Parco delle Saline di Sicciole con bellissimi scorci panoramici sulle saline.

Attraversata la dogana croata il percorso si trasforma in un compatto sterrato in salita che ci fa guadagnare lentamente quota fino a Caldania/Kaldanija prima e Buie/Buje poi. Qui coi concediamo una piccola deviazione dal percorso per visitare la bella Buje e il suo centro storico.

Fino a Grisignana/Grožnjan  il tracciato corre tra foreste di quercia e castagno lungo una bellissima strada sterrata. Grisisgnana ci accoglie al tramonto, lì abbarbicata su una piccola collina, con i suoi viottoli di ciottolato e le antichissime case in pietra.

 

Giorno 2 Grisignana – Parenzo 
km 65  dil+ 350m

Da Grisignana parte la parte più selvaggia dell’intera Parenzana. Da qui il percorso si snoda su sterrato, spesso anche smosso, attraversando diversi piccoli paesini. Meritevole di deviazione è il borgo di Piemonte d’Istria/Završje. Un antichissimo borgo di età medievale, con la sua torre, il castello e le mura,  oggi purtroppo in bilico tra sopravvivenza e spopolamento.

Fino a Levade/Livade la Parenzana corre in un lento saliscendi tra i boschi attraverso gallerie e quattro viadotti immersi nella vegetazione. Qui superiamo proprio il viadotto Freschi che con i suoi 30 m di altezza è il più alto dell’intera ferrovia. Superata Levade il percorso della Parenzana si apre sulle sponde della Valle del Quieto di cui segue dall’alto l’orografia. Il percorso rimane sterrato ma meno accidentato. Ai boschi di querce si alternano grandi distese di vigneti.  Noi circumnavighiamo la collina su cui si erge il borgo Montona/Motovun che potrete conquistare con due km di bella salita. La fatica sarà ben ripagata dal bellissimo centro storico e da un panorama che vi toglierà il fiato.

Ripreso il percorso della Parenzana, sempre su  sterrato, procediamo verso Visinada/Vižinada superando il viadotto Sabadin che ci regala una bellissima vista sulla sottostante Valle del Quieto.

Infine da Visinada a Parenzo/Poreč sarà una lunga e tranquilla discesa tra campi coltivati e vigne colorate d’autunno. L’arrivo al mare di Parenzo segna la fine del percorso cicloturistico della Parenzana.

 



 

 

Il rientro lungo la costa istriana 
108 km disl+ 700m

Parenzo merita tutto il tempo di una visita al centro storico. Su tutto però la Basilica Eufrasiana ne fa da padrona. Basilica del VI sec DC nata sui resti di una basilico paleocristiana del III e IV sec DC è anche Patrimonio dell’Umanità Unesco per i sui bellissimi mosaici.

Il rientro si snoda tra la costa, alternando stradine asfaltate a basso traffico con sterrate che corrono direttamente sugli scogli del mare Adriatico. Un continuo susseguirsi di piccole calette e insenature, dove la natura è ancora protagonista indiscussa mi conducono fino a Umago/Umag.  Ci arrivo ttraversando diversi piccoli borghi sulla costa come ad esempio Cittanova/Novigrad con il suo campanile veneziano. Tra l’altro Umago la raggiungo con un divertentissimo single track tra mare e terra.

Da qui taglio verso l’interno per ricongiungermi alla Parenzana nella zona del Parco delle Saline di Sicciole, dove mi prendo il tempo per visitare il parco in bici. Rientrato in Slovenia lascio Portorose continuando sulla costa per visitare Pirano/Piran e il suo centro storico.

Due corte salite spaccagambe per raggiungere le saline di Strugnano/Strunjan ed un’altra bella inerpicata mi regalano un bellissimo scorcio sulla costa istriana prima della discesa su Isola/Izola dove mi prendo il tempo di una pausa birretta.

La bella ciclabile lungomare mi porta poi nel centro storico di Capodistria/Kober, cittadina di chiaro stampo veneziano. Sempre su ciclabile lascio la città fino a Crevatini/Hrvatini dove due chilometri di terribile salita (anche a spinta) mi lanciano sulla vecchia dogana italo slovena di Cerei/Cerej, lungo la discesa che mi riporta subito nel centro storico di Muggia.

 



 

Conclusioni
  • La Parenzana sebbene corra per buona parte su piste ciclabili o escluse al traffico veicolare va presa con cautela. Il tratto italo – sloveno corre sempre su piste ciclabili di ottima fattura, asfaltate e sicure. Nel tratto croato invece diventa sterrata per circa l’80% del percorso e nel tratto da Grisignana a Parenzo corre spesso su tratti piuttosto accidentati che richiedono una mtb o una buona capacità di guida. Nulla di impossibile ma faccio fatica a consigliare questo tratto alle famiglie. In totale posso suddividere questo breve viaggio tra un 60% di sterrato e un 40% di strade asfaltate.
  • Sia in Slovenia quanto in Croazia ho potuto notare un notevole rispetto per i ciclisti, anche su quei brevi tratti di strade trafficate.
  • Io ho percorso la Parenzana ad inizio ottobre, che mi ha regalato un clima mite, colori e paesaggi davvero notevoli per bellezza e panorami. Unico neo di questo periodo è che spesso molte attività di bar e ristorazione, soprattutto sulla costa, sono chiuse. Mi sento di sconsigliare vivamente luglio e agosto, periodi di alta stagione estiva.
  • Per la presenza di molte gallerie (quasi tutte illuminate) consiglio sempre di dotarsi di luci anteriori e posteriori.
  • Il ritorno l’ho percorso lungo la costa istriana. Bello e divertente per la varietà dei fondi pedalati (strade poco trafficate, sterrate e single track) e poco impegnative per dislivelli. Attenzione però al tratto Pirano Muggia perché presenta 4 salite brevi ma con pendenze che superano il 15%. Durante la stagione estiva e fino ad inizio ottobre è attivo un servizio giornaliero di traghetti sulla tratta Parenzo Trieste.
  • Per l’espatrio è sufficiente un documento di identità valido anche se dal gennaio 2023 anche la Croazia entrerà nell’Unione Europea facendo così cadere anche l’unica dogana extraeuropea attraversata.


 

 

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